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CODICE EVENTO: 2023-008
TIPOLOGIA DEL CORSO: FAD ASINCRONA
ONLINE - 02/01/2023 - 30/06/2023

Il carcinoma prostatico (PC) è divenuto, in molti Paesi Occidentali, il tumore più frequente nella popolazione maschile. Pur risultando al primo posto in termini di diagnosi,
in Italia il tumore della prostata occupa solo il terzo posto come causa di mortalità per neoplasie, interessando, nella quasi totalità dei casi, uomini con età superiore ai 70
anni. La sopravvivenza dei pazienti con PC, non considerando la mortalità per altre cause, è attualmente attestata al 91,4% a 5 anni dalla diagnosi, ed è in costante crescita.
L’eziologia è rappresentata da una complessa interazione di fattori genetici ed ambientali. Un sottogruppo di pazienti affetti da carcinoma della prostata (inferiore al 15%)
ha una malattia su base ereditaria. Il carcinoma prostatico può, infatti, essere associato alla sindrome HBOC (Hereditary Breast and Ovarian Cancer) e alla sindrome di
Lynch, entrambe legate a mutazioni germinali dei geni coinvolti nella riparazione del DNA. Tra le varianti patogenetiche riscontrate a carico di uno dei geni coinvolti nei
deficit di riparazione del DNA si sono ritrovate più frequentemente quelle a carico di BRCA, con una percentuale progressivamente maggiore in funzione dello stadio di
avanzamento della malattia. La presenza di mutazione di BRCA 1/2, già nota come predisponente allo sviluppo di neoplasie in primis della mammella e dell’ovaio,
rappresenta oggi un’opportunità dal punto di vista della scelta terapeutica anche per il tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC). Questo tipo
di mutazioni hanno infatti un riflesso terapeutico, in quanto influiscono sulla sensibilità delle cellule tumorali agli inibitori di PARP. L’efficacia dei PARP inibitori come
opzione terapeutica si realizza attraverso un meccanismo di “letalità sintetica” in presenza di una concomitante perdita di funzione dei meccanismi di riparazione del DNA a
doppio filamento mediante ricombinazione omologa (HR), nei quali la perdita di funzione delle proteine BRCA1/2 quale effetto di alterazioni costituzionali o somatiche dei geni
corrispondenti rappresenta la condizione più frequente, anche se non esclusiva, di disfunzione dei meccanismi di HR.
Il test BRCA, eseguito su sangue periferico o su tessuto tumorale, rappresenta uno step fondamentale nella diagnosi e nella decisione del trattamento del carcinoma prostatico
metastatico, come stabilito anche nelle Raccomandazioni dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Circa il 10% degli uomini presenta infatti una mutazione dei
geni BRCA, consentendo di pianificare un percorso terapeutico adeguato, grazie alla disponibilità di una terapia mirata efficace e ben tollerata come olaparib.
La gestione ottimale del paziente con mCRPC e candidabile al trattamento con i PARP inibitori avviene necessariamente in ambito multidisciplinare. Diventa perciò
fondamentale migliorare la comunicazione tra i diversi specialisti (urologi, oncologi, patologi e genetisti) coinvolti nel percorso diagnostico-terapeutico del mCRPC al fine di
ottimizzare il patient journey, integrando l’analisi mutazionale BRCA per consentire di pianificare la strategia di cura adeguata in caso di mutazione.
Questo incontro si pone come obiettivo di approfondire la comprensione della diagnostica e di definire i criteri ottimali per l’offerta dei test al fine di massimizzare la terapia
oncologica di precisione per il paziente e di permettere l’avvio del percorso di consulenza oncogenetica nei familiari per identificare i portatori ad alto rischio, cui proporre
programmi mirati di diagnosi precoce dei tumori associati alle sindromi a trasmissione eredo-familiare BRCA-relate e strategie finalizzate alla riduzione del rischio.


Professioni:

Discipline:
Oncologia, Urologia, Genetica medica, Anatomia patologica




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