Nell’era della personalizzazione anche gli organizzatori sono chiamati a diversificare i format degli eventi per potenziarne l’attrattiva e massimizzare l’engagement delle diverse tipologie di partecipanti.

Soprattutto quando si tratta di eventi complessi – per esempio congressi, conferenze, eventi aziendali di formazione su nuovi prodotti – l’era del format unico, buono per tutti e per tutte le stagioni, sta tramontando per lasciare il posto a un approccio più articolato, dove l’obiettivo dell’apprendimento da parte dei partecipanti viene perseguito attraverso l’utilizzo di molteplici tecniche di trasmissione di contenuti.

Uno spunto interessante su come strutturare le sessioni per renderle efficaci per il maggior numero di partecipanti arriva dal blog di MemberClicks ed è basato sulla famosa teoria delle “intelligenze multiple” elaborata dello psicologo americano Howard Gardner.

L’intelligenza umana, dice Gardner, non è una capacità unitaria misurabile attraverso un solo parametro standard, bensì un elemento dinamico che assume diverse forme (lui ne ha teorizzate 7) ed esprime capacità differenziate.

L’implicazione per gli organizzatori di eventi è che ogni tipo di intelligenza ha uno specifico “stile” di apprendimento: e benché gli stili di apprendimento non siano compartimenti stagni (ogni individuo ne utilizza più di uno), diversificare format e struttura delle sessioni d’evento significa rispondere in maniera più funzionale alle esigenze di tutti i partecipanti.

Intelligenza visiva e spaziale: Chi è dotato di questo tipo di intelligenza ha ottime capacità di osservazione, pensa per immagini e assorbe più facilmente contenuti espressi in forma visiva. Il suggerimento agli organizzatori è quindi quello di includere nelle sessioni presentazioni in PowerPoint, sfruttandone tutte le potenzialità per dare un forte appeal visivo al contenuto, e di incoraggiare i relatori a fare uso di mappe mentali, i cui elementi, immagini e colori favoriscono la memorizzazione a lungo termine delle informazioni.

Intelligenza uditiva e musicale: Grandi ascoltatori, i partecipanti dotati di intelligenza musicale e uditiva apprendono al meglio quando stimolati da una “narrazione” verbale, di cui hanno facilità a memorizzare passaggi e contenuti. L’accorgimento per favorire questo tipo di pubblico è quello di registrare relazioni e presentazioni, mettendole a disposizione sul sito o sulla app dell’evento per permettere il successivo riascolto di quanto eventualmente “sfuggito” durante la sessione.

Intelligenza verbale e linguistica: Chi ha un’intelligenza linguistica predilige i contesti dove la trasmissione delle informazioni è seguita un confronto attivo sui contenuti per “cementarne” la comprensione. Le sessioni a loro misura sono quelle dove i partecipanti sono stimolati a fare domande, a interagire con gli speaker o a riunirsi in gruppi di discussione. Il suggerimento è anche quello di mettere loro a disposizione le trascrizioni delle presentazioni, da rileggere e conservare per futuro riferimento.

Intelligenza corporea e cinestetica: Sono i partecipanti che hanno bisogno di movimento, che si distraggono facilmente se costretti all’immobilità per lungo tempo e che apprezzano invece la dimensione “fisica” delle sessioni d’evento. Gli organizzatori possono dunque chiedere ai relatori di inserire elementi di movimento nelle loro presentazioni: per esempio, chiedere al pubblico di alzarsi in piedi per rispondere sì o no a una domanda, oppure cambiare posto in un momento specifico della sessione: anche a costo di infastidire chi non è votato alla cinesi, il movimento ha comunque l’effetto positivo di rimettere in circolo energie e attenzione.

Intelligenza logica e matematica: In questo caso i contenuti di appeal sono quelli che esplicitano i rapporti di causa ed effetto e che mostrano dati e numeri a supporto della tesi. Una platea “analitica” predilige sessioni che propongono grafici e comparazioni di dati, così come casi di studio e case history che diano una lettura logica/scientifica del contenuto presentato.

Intelligenza sociale e interpersonale: Chi ne è dotato beneficia di contesti in cui l’apprendimento avviene attraverso l’interazione e la relazione con gli altri. I format sono dunque quelli delle sessioni di networking, delle attività di gruppo, dei programmi di mentoring one-to-one per favorire l’approfondimento e il confronto diretto sui temi dell’evento.

Intelligenza individuale e intrapersonale: Il mondo è costituito per un terzo, o forse addirittura per metà, da introversi, persone cioè che durante gli eventi tendono a stare per conto proprio, socializzano poco ed evitano i format partecipativi, preferendo contesti dove possono osservare, ascoltare e apprendere in solitario. Se sono previsti lavori di gruppo, questo tipo di partecipanti predilige gruppi piccoli e interazioni con ruoli “assegnati”, apprezza la possibilità di poter porre domande attraverso una app invece che formulandola a voce alta e gradisce postazioni di lavoro dove andare a raccogliere le idee durante il coffee break mentre gli altri fanno conversazione.

Fonte: www.eventreport.it